Rapporto dell’ISP (Indipendent Science Panel) sugli OGM

Rapporto dell”ISP (Independent Science Panel – Gruppo di Scienziati Indipendenti)

Sommario del documento reso pubblico il 15/06/03

Traduzione italiana:
Daniela Conti
email: danielaATcomplessita.it (per favore sostituite AT con @)
Fonte: Complessita.it

Dozzine di noti scienziati da sette diversi paesi, specialisti in discipline quali agroecologia, agronomia, biomatematica, botanica, chimica medica, ecologia, istopatologia, ecologia microbica, genetica molecolare, biochimica nutrizionale, fisiologia, tossicologia e virologia, hanno unito le loro forze per costituire un gruppo di ricerca indipendente sugli OGM, presentato ufficialmente nel corso di un incontro pubblico tenutosi a Londra il 10 maggio 2003, incontro a cui hanno partecipato il ministro britannico dell’ambiente Michael Meacher e altre 200 persone.

In occasione di questo incontro è stata ufficialmente presentata la bozza di un rapporto, The Case for a GM-free Sustainable World (Per un mondo sostenibile, libero da OGM), con cui l’ISP chiede di vietare le colture GM e implementare invece ogni forma di agricoltura sostenibile. Questo autorevole rapporto, presentato come “il più forte e il più completo dossier di prove sperimentali” mai compilato sui rischi e i problemi connessi con le colture GM, da un lato, e dall’altro sui molteplici benefici dell’agricoltura sostenibile, è stato reso pubblico il 15 giugno 2003 ed è visibile nel sito dell’ISP: http://www.indsp.org.
E’ inoltre nei seguenti siti:
Institute of Science in Society, UK http://www.i-sis.org.uk
Third World Network http://www.twnside.org.sg
Institute for Food and Development Policy (Food First), USA http://www.foodfirst.org.

Prima della pubblicazione della relazione finale di 120 pagine, l’ISP ha rilasciato il sintetico riassunto di quattro pagine, qui presentato, quale contributo al dibattito sugli OGM che sta avvenendo a livello nazionale nel Regno Unito. Questo documento sfida i fautori degli OGM a rispondere su tutti i punti qui presentati. Si prega di dare a questo documento la più ampia circolazione possibile.

Perchè no agli OGM?

1. Le colture GM non hanno portato i benefici promessi

1.1 Nessun aumento della produttività, né significativa riduzione dell’uso di antiparassitari ed erbicidi;

1.2 L’ammontare delle vendite perdute dagli Stati Uniti, in seguito al rifiuto delle colture GM in tutto il mondo, è stimato in 12 miliardi di dollari;

1.3 In India la percentuale dei raccolti GM falliti arriva fino al 100%;

1.4 Futuro ad alto rischio per l’agrobiotech: “Monsanto potrebbe essere un altro disastro incombente sugli investitori”.

2. Le colture GM pongono problemi crescenti all’agricoltura

2.1 Le linee transgeniche sono instabili: “la maggior parte dei casi di inattivazione di transgeni non arriva mai ad apparire nella letteratura scientifica”;

2.2 Erbacce e piante dotate di resistenza simultanea a tre diversi diserbanti sono emerse in America del Nord;

2.3 Piante resistenti al glifosato infestano ormai i campi di cotone e soia GM; per controllarle, si ricomincia a usare l’atrazina;

2.4 Le piante che producono tossine Bt minacciano di causare l’emergenza di piante superinfestanti e di parassiti Bt-resistenti.

3. Un’estesa contaminazione da transgeni è INEVITABILE

3.1 Estesa contaminazione da transgeni riscontrata nelle varietà locali di mais, in remote regioni del Messico;

3.2 In Canada si sono rivelati contaminati da OGM 32 su 33 stock commerciali di semi;

3.3 Il polline viene disperso e trasportato dal vento per ore e una velocità del vento di 35 miglia all’ora non è affatto eccezionale;

3.4 Non ci può essere coesistenza tra raccolti GM e non-GM.

4. Le colture GM non sono sicure

4.1 La sicurezza delle colture GM non è stata provata: la regolamentazione è stata sin dall’inizio inficiata da errori fatali;

4.2 il principio della ‘sostanziale equivalenza’, vago e mal definito, non ha fatto altro che dare alle industrie la totale possibilità di dichiarare che i prodotti GM sono ‘sostanzialmente equivalenti’ ai prodotti non-GM e perciò ‘sicuri’.

5. I cibi GM sollevano gravi preoccupazioni circa la loro sicurezza

5.1 Malgrado la scarsità di studi credibili, i risultati di cui già oggi possiamo disporre sollevano serie preoccupazioni circa la sicurezza dei cibi da OGM;

5.2 Effetti simili a quelli prodotti da un “fattore della crescita” [proliferazione e crescita cellulare], osservati nello stomaco e nell’intestino tenue di giovani ratti, sono stati attribuiti al processo stesso della transgenesi o al costrutto transgenico [vettore + gene estraneo]; è quindi possibile che si tratti di effetti generali che qualsiasi cibo ottenuto con l’ingegneria genetica può provocare;

6. Geni per prodotti pericolosi sono incorporati in piante transgeniche alimentari

6.1 Le proteine Bt [del Bacillus thuringiensis], incorporate nel 25% del totale delle piante GM coltivate in tutto il mondo, sono nocive per molti insetti non-target; alcune sono potenti immunogeni [= sostanze che scatenano risposte immunitarie] e allergeni [= sostanze che scatenano risposte allergiche] per gli esseri umani e gli altri mammiferi;

6.2 Colture alimentari [soprattutto mais] vengono sempre più spesso ingegnerizzate per produrre sostanze farmaceutiche e medicinali, tra cui: a) le citochine, note per agire da soppressori del sistema immunitario e associate a demenza, neurotossicità e ad effetti secondari sia sull’umore che sui processi cognitivi; b) vaccini e sequenze virali, ad esempio il gene di un coronavirus del maiale, appartenente alla stessa famiglia del virus della SARS che è all’origine dell’attuale epidemia; c) il gene gp120 per una glicoproteina del virus dell’AIDS, che potrebbe interferire con il sistema immunitario e ricombinare con virus e batteri già presenti nell’ospite, in modo da generare nuovi e imprevedibili agenti patogeni;

7. Le colture Terminator diffondono tra le piante la sterilità maschile

7.1 Le colture transgeniche in cui sono stati inseriti geni ‘suicidi’ per la sterilità maschile, reclamizzate come un mezzo per prevenire la diffusione dei transgeni, in realtà diffondono nell’ambiente, attraverso il polline, sia la sterilità maschile sia la tolleranza al diserbante.

8. I diserbanti ad ampio spettro sono altamente tossici per gli esseri umani e per le altre specie animali

8.1 L’ammonio glifosinato e il glifosato, i diserbanti usati con le piante GM resistenti a questi stessi erbicidi (e che attualmente rappresentano il 75% di tutte le piante GM coltivate al mondo), sono veleni metabolici sistemici;

8.2 L’ammonio glifosinato viene associato a varie forme di tossicità – neurologiche, respiratorie, gastrointestinali ed ematologiche – e a difetti congeniti nelle varie specie di mammiferi, compresa quella umana; questo composto è tossico anche per le farfalle e per molti insetti utili, per le larve dei molluschi e delle ostriche, per la dafnia e per alcuni pesci d’acqua dolce, in particolare per la trota iridea; esso inibisce i batteri e i funghi che svolgono nel terreno azioni vantaggiose, e in particolare i batteri fissatori dell’azoto;

8.3 Nel Regno Unito il glifosato è la causa più frequente di avvelenamento e vi sono stati casi di disturbi a molte funzioni organiche anche in seguito all’esposizione ai normali livelli d’uso del composto; l’esposizione al glifosato ha quasi raddoppiato, tra gli utilizzatori del composto, il rischio di aborti spontanei e di procreare bambini con difetti neurocomportamentali; il glifosato ritarda lo sviluppo dello scheletro fetale nei ratti di laboratorio, inibisce la sintesi degli steroidi ed è genotossico nei mammiferi, nei pesci e negli anfibi; l’esposizione alle dosi di irrorazione in campo ha causato nei lombrichi una mortalità di almeno il 50% e significativi danni intestinali nei lombrichi sopravvissuti; il Round Up (ovvero il glifosato nella formulazione prodotta da Monsanto) ha causato disfunzioni della divisione cellulare, un fenomeno che potrebbe essere collegato al cancro nell’uomo;

9. L’ingegneria genetica genera supervirus

9.1 I pericoli più insidiosi dell’ingegneria genetica sono inerenti al suo stesso processo, il quale fa aumentare notevolmente l’estensione e la probabilità del trasferimento genico orizzontale e della ricombinazione, la via principale con cui si generano virus e batteri patogeni;

9.2 Tecniche recenti, come il DNA shuffling [rimescolamento], consentono ai genetisti di generare in pochi minuti in laboratorio milioni di virus ricombinanti, mai esistiti in miliardi di anni di evoluzione;

9.3 I virus, i batteri patogeni e il loro materiale genetico costituiscono le materie prime e gli strumenti di elezione sia per l’ingegneria genetica, sia per la produzione di armi batteriologiche;

10. Il DNA transgenico presente nei cibi viene assorbito dai batteri a livello dell’intestino umano

10.1 E’ stato osservato che il DNA transgenico delle piante alimentari viene assorbito dai batteri, sia nel terreno che nell’intestino di volontari umani; i geni marcatori per la resistenza ad antibiotici, presenti nei cibi transgenici, possono trasmettersi a batteri patogeni, fatto che rende poi molto difficile il trattamento delle infezioni.

11. DNA transgenico e cancro

11.1 E’ provato che il DNA transgenico sopravvive alla digestione nell’intestino e che ‘salta’ nel genoma delle cellule di mammifero, dando luogo alla possibilità che si comporti da elemento cancerogeno;

11.2 L’uso di prodotti GM, ad esempio mais, per l’alimentazione animale può comportare rischi non solo per gli animali, ma anche per gli esseri umani che consumano i prodotti di quegli animali;

12.Il promotore 35S del CaMV [virus del mosaico del cavolfiore] rende più probabile e frequente il trasferimento orizzontale dei geni

12.1 Le prove sperimentali suggeriscono che i costrutti transgenici contenenti il promotore 35S del CaMV possono essere particolarmente instabili e inclini al trasferimento orizzontale e alla ricombinazione dei geni, con tutti i rischi che ne derivano: mutazioni geniche dovute a inserzione casuale, cancro, riattivazione di virus latenti e generazione di nuovi virus.

13. Una storia fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche13.1 La storia degli OGM è fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche, in particolare per ciò che riguarda il trasferimento orizzontale dei geni. Gli esperimenti-chiave non sono stati effettuati, o sono stati effettuati male e poi presentati in modo distorto. Molti esperimenti non sono stati ripetuti nel tempo, comprese le ricerche sulla possibilità che il promotore 35S del CaMV sia responsabile degli effetti da fattore di crescita, osservati in giovani ratti alimentati con patate GM.

In conclusione, le colture GM non hanno portato i benefici promessi e stanno ponendo all’agricoltura problemi sempre più gravi.
LA CONTAMINAZIONE DA TRANSGENI È OGGI UN DATO DI FATTO AMPIAMENTE RICONOSCIUTO COME INEVITABILE, quindi NON PUÒ ESSERVI COESISTENZA tra agricoltura GM e non-GM.

Cosa più importante di tutte, la sicurezza delle colture GM non è mai stata provata.

Al contrario, le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie preoccupazioni circa i rischi posti dagli OGM, rischi che se ignorati potrebbero provocare danni irreversibili alla salute e all’ambiente.
LA COSA PIÙ OPPORTUNA SAREBBE QUINDI RESPINGERE E METTERE IMMEDIATAMENTE AL BANDO LE COLTURE GM.

Perchè Sì all’agricoltura sostenibile?

14. Produttività e rese maggiori, soprattutto nel terzo mondo

14.1 8,98 milioni di agricoltori hanno adottato pratiche agricole sostenibili, per un totale di 28,92 milioni di ettari così coltivati in Asia, America latina e Africa; i dati, scientificamente affidabili, raccolti da 89 progetti dimostrano che queste pratiche portano a un aumento della produttività e delle rese del 50-100% per le colture non irrigate e del 5-10% per le irrigue. I maggiori successi si sono avuti in Burkina Faso, dove si è passati da un deficit di cereali di 644 chili all’anno a un’eccedenza annuale di 153 chili, in Etiopia, dove 12 500 famiglie di agricoltori hanno goduto di un aumento del 60% nelle rese dei raccolti e in Honduras e Guatemala, dove 45 000 famiglie hanno visto aumentare le rese da 400-600 kg/ha a 2.000-2.500 kg/ha;

14.2 Studi a lungo termine condotti in paesi industrializzati dimostrano che le rese dell’agricoltura biologica sono equiparabili a quelle dell’agricoltura convenzionale e spesso sono superiori.

15. Miglioramento dei terreni

15.1 Le pratiche agricole sostenibili riducono l’erosione del suolo, migliorano la struttura fisica del terreno e la sua capacità di ritenzione dell’acqua, tutti fattori di cruciale importanza per evitare la perdita dei raccolti durante i periodi di siccità;

15.2 La fertilità del suolo è mantenuta e aumentata dalle pratiche agricole sostenibili;

15.3 I suoli coltivati con le pratiche agricole sostenibili mostrano una maggiore attività biologica: un più alto numero di lombrichi, artropodi, micorrize ed altri funghi, e di microorganismi, tutti organismi utili per il riciclo dei nutrienti e per l’eliminazione naturale degli agenti patogeni;

16. Ambiente più pulito

16.1 Nell’agricoltura sostenibile è scarso o del tutto assente l’uso di prodotti chimici inquinanti;

16.2 Minori quantità di nitrati e fosforo raggiungono la falda freatica;

16.3 La filtrazione dell’acqua è migliore nei sistemi ad agricoltura biologica, che quindi sono meno esposti all’erosione e contribuiscono meno all’inquinamento delle acque per dilavazione delle superfici.

17. Riduzione degli antiparassitari, senza aumento dei parassiti

17.1 La lotta integrata ai parassiti ha ridotto il numero delle irrorazioni con antiparassitari da 3,4 a una per stagione in Vietnam, da 2,9 a 0,5 in Sri Lanka e da 2,9 a 1,1 in Indonesia;

17.2 Nella produzione californiana di pomodori, la scelta di non usare insetticidi di sintesi non ha comportato alcun incremento delle perdite di raccolto per danni da parassiti;

17.3 Il controllo dei parassiti si può realizzare senza ricorrere a antiparassitari e senza che ciò comporti perdite del raccolto, usando ad esempio colture ‘trappola’ per attirare la piralide, come si è visto nell’Africa orientale dove la piralide è un parassita importante;

18. Mantenimento e utilizzo della biodiversità

18.1 L’agricoltura sostenibile promuove la biodiversità in agricoltura, cruciale per la sicurezza alimentare; l’agricoltura biologica può sostenere un livello molto maggiore di biodiversità, con grande vantaggio per le specie che hanno subito significative riduzioni;

18.2 A Cuba i sistemi agricoli integrati sono da 1,45 a 2,82 volte più produttivi delle monocolture;

18.3 In Cina migliaia di coltivatori di riso hanno raddoppiato i raccolti e quasi eliminato una delle malattie del riso più devastanti, semplicemente piantando una mescolanza di due diverse varietà;

18.4 L’agricoltura biologica fa crescere la biodiversità, portando effetti benefici quali il recupero di terreni degradati, il miglioramento della struttura del suolo e della sua capacità di filtrazione dell’acqua.

19. L’agricoltura biologica è sostenibile sia dal punto di vista dell’ambiente che dell’economia

19.1 Una ricerca sulla produzione delle mele con sistemi agricoli diversi ha rivelato che l’agricoltura biologica si colloca al primo posto per quanto riguarda la sostenibilità ambientale ed economica; al secondo posto si piazza il sistema della lotta integrata e all’ultimo quello dell’agricoltura convenzionale; le mele biologiche si sono rivelate le più redditizie per il loro più alto prezzo di mercato, per il più rapido ritorno degli investimenti e un più veloce recupero dei costi;

19.2 Uno studio condotto su tutta l’Europa ha indicato che l’agricoltura biologica dà risultati migliori di quella convenzionale, rispetto alla grande maggioranza degli indicatori ambientali;

19.3 Un’indagine condotta dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (la FAO) ha concluso che le pratiche di agricoltura biologica opportunamente applicate portano a un miglioramento delle condizioni ambientali, a tutti i livelli.

20. Effetti positivi sui cambiamenti climatici, tramite la riduzione del consumo diretto e indiretto di energia

20.1 L’agricoltura biologica usa l’energia in modo molto più efficiente, e riduce notevolmente le emissioni di CO2, rispetto all’agricoltura convenzionale sia per quanto riguarda il consumo diretto di energia sotto forma di combustibili fossili, sia riguardo al consumo indiretto connesso con l’uso di fertilizzanti e antiparassitari chimici di sintesi;

20.2 L’agricoltura sostenibile ristabilisce la materia organica del suolo, aumentando la quantità di carbonio sequestrato nel terreno, quindi sottraendo significative quantità di carbonio dall’atmosfera;

20.3 L’agricoltura biologica probabilmente emette meno biossido di azoto (N2O), un altro importante gas serra e una delle cause della distruzione dello strato di ozono.

21. Produzione efficiente, ad alto profitto

21.1 Nell’agricoltura biologica qualunque eventuale riduzione delle rese è più che compensata dai miglioramenti ecologici e dagli aumenti di efficienza;

21.2 Le aziende biologiche, più piccole, producono molto di più per unità di superficie che non i ben più grandi appezzamenti di terreno caratteristici dell’agricoltura convenzionale;

21.3 Nell’agricoltura biologica i costi di produzione sono spesso più bassi che nell’agricoltura convenzionale, portando a ritorni netti equivalenti o più alti anche senza il premio sui prezzi dei prodotti biologici; quando si tiene conto dei prezzi più alti per i prodotti biologici, i profitti di questo sistema di agricoltura sono quasi sempre superiori.

22. Aumento della sicurezza alimentare e dei vantaggi alle comunità locali

22.1 Un’indagine sui risultati dei progetti di agricoltura sostenibile ha dimostrato che la produzione media alimentare per famiglia è aumentata di 1,71 tonnellate all’anno (fino al 73%) per 4,42 milioni di coltivatori che lavorano 3,58 milioni di ettari, portando alle comunità locali grandi benefici in termini di sicurezza alimentare e di salute;

22.2 L’aumento della produttività fa aumentare la quantità di cibo disponibile e i redditi, quindi riduce la povertà aumentando l’accesso al cibo, riducendo la malnutrizione e migliorando le condizioni di salute e di vita;

22.3 I metodi dell’agricoltura sostenibile attingono intensamente dalle conoscenze tradizionali indigene e danno importanza all’esperienza dei coltivatori e alle loro innovazioni, quindi ne migliorano la condizione sociale e l’autonomia, rafforzando le relazioni sociali e culturali all’interno delle comunità locali;

22.4 Per ogni sterlina spesa per acquistare prodotti dell’agricoltura biologica (in uno studio condotto nel Regno Unito), vengono generate 2.59 sterline per l’economia locale; per ogni sterlina spesa in un supermercato, vengono generate soltanto 1,40 sterline per l’economia locale.

23. Prodotti alimentari migliori per la salute

23.1 Il cibo biologico è più sicuro, poiché nell’agricoltura biologica è vietato l’uso di antiparassitari; è perciò raro trovare in questi alimenti residui chimici nocivi;

23.2 Nella produzione biologica è vietato l’uso di additivi artificiali, come i grassi idrogenati, l’acido fosforico, l’aspartame e il glutammato monosodico, che sono stati messi in relazione con patologie molto diverse quali le cardiopatie, l’osteoporosi, l’emicrania e l’iperattività;

23.3 Vari studi hanno dimostrato che, in media, i cibi biologici hanno un contenuto più alto di vitamina C, di minerali e di fenoli – composti vegetali che possono combattere le cardiopatie e il cancro e alleviano le disfunzioni neurologiche correlate con l’età – e un contenuto significativamente più basso di nitrati, che sono sostanze tossiche

Le pratiche dell’agricoltura biologica hanno dimostrato di avere effetti positivi su tutti gli aspetti riguardanti la salute e l’ambiente. In più queste pratiche agricole sono ovunque fonte di sicurezza alimentare, benessere sociale e culturale per tutte le comunità locali. E’ necessario e urgente il completo passaggio, a livello mondiale, a tutte le forme di agricoltura sostenibile.

Alcuni degli scienziati che formano l’ISP (il gruppo di scienziati indipendenti) sugli OGM:
Prof. Miguel Altieri
Professore di Agroecologia, University of California, Berkeley, USA

Dr. Michael Antoniou
Senior Lecturer in Genetica Molecolare, GKT School of Medicine, King’s College, London

Dr. Susan Bardocz
Biochimica, già attiva al Rowett Research Institute, Scotland

Prof. David Bellamy OBE
Botanico di fama internazionale, ambientalista, giornalista; insignito di numerosi premi e riconoscimenti; Presidente & Vice Presidente di molte organizzazioni per la conservazione e la tutela ambientale

Dr. Elizabeth Bravo V.
Biologa, ricercatrice e attivista nelle campagne di informazione sui temi della biodiversità e degli OGM; cofondatrice di Acción Ecológica; part-time lecturer alla Universidad Politécnica Salesiana, Ecuador

Prof. Joe Cummins
Professor Emeritus di Genetica, University of Western Ontario, London, Ontario, Canada

Dr. Stanley Ewen
Istopatologo presso il Grampian University Hospitals Trust; già Senior Lecturer di Patologia, University of Aberdeen; responsabile dello Scottish Colorectal Cancer Screening Pilot Project

Edward Goldsmith
Ambientalista, insignito di numerosi premi e riconoscimenti, studioso, autore e fondatore di The Ecologist

Dr. Brian Goodwin
Studioso attivo a Residence, Schumacher College, England

Dr. Mae-Wan Ho
Cofondatrice e Direttrice dell’Institute of Science in Society; Editore di Science in Society; Consulente scientifico per The Third World Network e per the Roster of Experts for the Cartagena Protocol on Biosafety; Visiting Reader, Open University, UK e Visiting Professor di Fisica organica, Università di Catania, Sicilia, Italia

Prof. Malcolm Hooper
Professor Emeritus presso la University of Sunderland; già Professore di Chimica Medica, Faculty of Pharmaceutical Sciences, Sunderland Polytechnic; Chief Scientific Consulent per i Gulf War Veterans

Dr. Vyvyan Howard
Medico patologo, Developmental Toxico-Pathology Group, Department of Human Anatomy and Cell Biology, The University of Liverpool; Membro dell’UK Government’s Advisory Committee on Pesticides

Dr. Brian John
Studioso di geomorfologia e scienze ambientali; Fondatore e per lungo tempo Presidente del West Wales Eco Centre

Prof. Marijan Jost
Professore di Plant Breeding and Seed Production, Agricultural College Križevci, Croatia

Lim Li Ching
Ricercatrice, Institute of Science in Society e Third World Network; deputy-editor di Science in Society

Dr. Eva Novotny
Astronoma, attivista in campagne sugli OGM per Scientists for Global Responsibility, SGR

Prof. Bob Orskov OBE
Capo della International Feed Resource Unit in Macaulay Institute, Aberdeen, Scotland; Membro della Royal Society of Edinburgh, FRSE; Membro della Polish Academy of Science

Dr. Michel Pimbert
Ecologo, International Institute for Environment and Development

Dr. Arpad Pusztai
Consulente privato; già Senior Research Fellow al Rowett Research Institute, Aberdeen, Scotland

David Quist
Docente di ecologia microbica, Ecosystem Science Division, Environmental Science, Policy and Management, University of California, Berkeley, USA

Dr. Peter Rosset
Ecologo ed esperto di sviluppo rurale; Codirettore di the Institute for Food and Development Policy (Food First), Oakland, California, USA

Prof. Peter Saunders
Professore di Matematica Applicata al King’s College, London

Dr. Veljko Veljkovic
Virologo, esperto di AIDS, Center for Multidisciplinary Research and Engineering, Institute of Nuclear Sciences, VINCA, Belgrade, Yugoslavia

Roberto Verzola
Philippine Greens; Membro del Board of Trustees, PABINHI (network per un’agricoltura sostenibile), Coordinatore, SRI-Pilipinas

Dr. Gregor Wolbring
Biochimico, University of Calgary, Alberta, Canada; Adjunct Assistant Professor su temi di bioetica, University of Calgary; Adjunct Assistant Professor, University of Alberta; Fondatore e Direttore Esecutivo dell’International Center for Bioethics, Culture and Disability; Fondatore e Coordinatore dell’International Network on Bioethics and Disability

Prof. Oscar B. Zamora
Professore di Agronomia, Department of Agronomy, University of the Philippines Los Banos-College of Agriculture (UPLB-CA), College, Laguna, The Philippines

Fonte articolo

Lascia un Commento